Santa Margherita

Chiesa di Santa Margherita

Prende questo nome il 1966, quando con decreto vescovile dei 19 ottobre fu sostituito a quello di S. Margherita di Calcinara, che compare la prima volta nella visita pastorale del 11 luglio 1634. Prima era soltanto Calcinara.

Anche a S. Margherita sono stati ritrovati reperti archeologia di epoca romana.

La località Calcinara fu in epoca medioevale al centro di una lunga disputa a causa di una fortezza edificata dai padovani allo scopo di proteggere le saline che vi erano state costruite per rifornire Padova ed il Contado. I Veneziani, danneggiati nel loro commercio, distrussero la fortezza e provocarono una serie di scontri accaniti che presero il nome di " Guerra dei sale », che si concluse con l'occupazione delle saline da parte dei Veneziani.

Oltre che per le vicende belliche e politiche, Calcinara é nota alla storia anche per le numerose chiese che vi si costruirono ma che vennero di volta in volta distrutte dalle acque. Il 6 dicembre 1128 fu redatto un atto di rinuncia e di investitura alla presenza dei vescovo S. Bellino "in Calcinara in porticu ecclesie ville». Quella chiesa era dedicata ai martiri Felice e Fortunato, come sappiamo dalla decima papale dei 1297: I' « ecelesia SS. Felicis et Fortunati de Calcinaria » era una delle chiese delle «piebes S. Augustini de Buvolenta » ed era allora vacante. La decima papale dei 1297 elenca anche I' "Ecelesia S. Malgarite de lnsula Calcinaure ». Ne era rettore un Pietro Andrea che non è detto fosse prete. Pagò 50 soldi in ognuna delle due rate e nell'estimo papale dei secolo seguente fu valutata ben 80 lire di piccoli. Tanta ricchezza si spiega coi fatto che era ospizio certamente a vantaggio dei barcaioli dei Brenta. Quando il 26 settembre 1489 venne in visita pastorale a Calcinara il vescovo Barozzi trovò che i 45 campi dei beneficio di S. Margherita erano passati in commenda e la vecchia parrocchiale dei SS. Felice e Fortunato ancora in funzione al tempo dei Carraresi (sec XIV) era stata in seguito abbandonata per trasferire la sede della parrocchia nella chiesa sussidiaria di S. Maria Verde, a mezzo miglio di distanza, che prese il titolo della precedente. Continuava I' antico chiericato di sei ducati, pagati dalla pieve. Circa 130 anni dopo nella visita pastorale dei 25 maggio 1617, il vescovo trovò questa in condizioni precarie e ne impose il trasferimento della sede parrocchiale nella chiesa di S. Margherita. Il 20 maggio 1669 venne a S. Margherita di Calcinara S. Gregorio Barbarigo e trovò che vicinissima ad essa era in stato di avanzata costruzione la nuova parrocchiale dei SS. Felice e Fortunato. Ordinò di completarla al più presto. Di fatto quando vi ritornò il 9 novembre 1683 trovò in funzione la nuova chiesa ad una sola nave, lunga 14 metri e larga 8,50, con tre altari. Il campanile era ancora incompleto e del tutto mancante la casa canonica. Ordinò che per terminare il primo e costruire la seconda si usasse il materiale della demolenda chiesa di S. Margherita. Il card. Rezzonico il 28 aprile 1774 trovò in ordine oltre che la chiesa, anche il campanile e la canonica; solo il cimitero era senza mura e ordinò di costruirla con ciò che rimaneva della chiesa di S. Margherita. 

Chiesa di Santa Margherita

Forse in corrispondenza dell'isola di Melidissa ove, più tardi, sarebbe sorta Eraclea. Pressapoco fra l'attuale piccolo centro di Cittanova e gli Stretti di Eraclea.
Lo sbocco, poi, del porto opitergino in mare, era probabilmente ubicato presso l'attuale Torre di Fine...
Naturalmente, era questa di cui si parla, un'arteria allora assai frequentata, che, oltre al compito di alzaia, assorbiva anche tutto il traffico di carriaggi e passeggeri di quell'importantissimo percorso.
Inoltre essa incrociava, non molto a sud di Chiarano, l'Annia, la grande strada consolare che portava, da una parte, verso est, all'immenso emporio di Aquileia e, prima, a Concordia, la colonia romana da poco fondata ma in veloce sviluppo per le sue fabbriche d'armi e specie di frecce ( attività che, recentemente, le avrebbe valso l'appellativo di << Sagittaria >> ).
Ad Ovest l'Annia portava verso il padovano e, prima, ad Altino, la opulenta città dove i ricchi del tempo possedevano fastose abitazioni per la villeggiatura in voga, allora, ai bordi della laguna... una specie dell'attuale Jesolo...

Varianti al percorso dell'alzaia, lungo il Piavon, si sono rintracciate presso Fossalta Maggiore e nella località Dosa. Forse si trattava di scorciatoie atte a eliminare le tortuosità del precorso o, anche, facilmente, a servire il grosso centro centuriato romano, sorto nell'attuale zona di Arzeri - Campodipietra - Campobernardo - Grassaga... Ad ovest della Bidoggia.

Gli agri centurati, cioè divisi da un reticolato di strade regolari in eguali appezzamenti, erano destinati, spesso, quale premio ai legionari congedati dopo le lunghissime campagne di guerra.
Erano, questi agri, in genere creati su terreni fertli ma, per lo più, non coltivati o boscosi. Avrebbero costituito fonti di benessere e di ricchezza di cui avrebbero goduto le città nel cui comprensorio essi sorgevano.
Oltre a questa, un'altra grande centuriazione era ubicata anche a nord di Oderzo...

La seconda strada importante che attraversava il territorio di Chiarano era quella che da Opitergium portava al ponte dell'Annia sulla Livenza, poco a valle dell'attuale S.Anastasio.
In questa zona la strada consolare attraversava il fiume su di un grandioso ponte di pietra e quivi sorgeva quella che oggi chiameremmo una grande stazione di servizio con albergo per i viaggiatori, ristorante, cambio dei cavalli ( in realtà quasi sempre muli ) ed ogni altro conforto, compreso quello della compagnia di compiacenti ragazze...

Nella prima metà dei secolo scorso il cimitero fu spostato in un luogo più lontano; chiesa e campanile invece, sono gli stessi, solo che la chiesa fu rimodernata nel 1747 e nuovamente, assieme al cimitero, nel 1932.