Valle Millecampi

La Valle Millecampi, con i suoi 1608 ettari di estensione rappresenta uno straordinario esempio, dell'ambiente e del paesaggio lagunare. A ovest confina con Valle Morosina e Valle Ghebo Storto, a est con la Valle dei Sette Morti e altre valli inferiori. Valle Millecampi è formata in gran parte da un lago che arriva alla terraferma, mentre il resto dei territorio è composto da "velme" (specchi lagunari di fanghiglia argillosa molle e plastica talmente bassi da emergere regolarmente durante le basse maree) e barene. Queste sono degli isolotti bassi e pianeggianti che vengono sommersi dall'acqua con l'alta marea oppure restano all'asciutto per tempi più o meno lunghi nelle basse maree. Le barene sono percorse da una fitta rete di piccoli canali, detti ghebi e spesso presentano al loro interno degli specchi d'acqua detti chiari, prodotti dallo sfaldamento dei suolo. La valle è alimentata con acqua salsa attraverso i canali dei Sette Morti, Acque Negre e altri minori, mentre riceve pochi apporti di acqua dolce dal canale Scirocchetto e dall'idrovora Fogolana in località Conche. La particolare conformazione e localizzazione di Valli Miliecampi, soggetta alla interazione dell'acqua dolce proveniente dai canali Cavaizza Scirocchetto e Novissimo, determina la presenza di una flora peculiare e di alcune specie faunistiche proprie dell'ambiente vallivo. L' elevata salinità dei terreno condiziona notevolmente il loro popolamento, sia vegetale che animale, che risulta formato solo da poche specie particolarmente adatte a questo peculiare ambiente.

Le valli da pesca si estendono ai margini dei bacino lagunare e coprono aree di rilevante estensione.

Qui a fianco sono visibili alcune immagini dell'ambiente naturale della Valle Millecampi. Per chi non c'è mai stato, dalla valle è sempre possibile scorgere Chioggia. La Valle ospita durante tutto l'anno appassionati amanti della natura, alla ricerca di angoli di tranquillità e di pace. In primavera ed in estate molti sono i ciclisti che la visitano.

Questo particolare ambiente lagunare è stato nei secoli sfruttato e addomesticato dall'uomo per utilizzare a scopo produttivo un fenomeno naturale, la migrazione spontanea nei mesi di marzo e aprile di pesci adulti che, dopo una permanenza di alcuni mesi, tra la metà di dicembre e di settembre, ritornano al mare per la riproduzione. I periodi di pesca potevano durare anche un mese con momenti di stasi, senza contare i periodi sfavorevoli per via della pioggia, dei vento contrario, le fasi lunari, le maree.

Ecco allora la necessità di realizzare strutture in muratura che servissero da riparo per uomini e barche. Si costruiscono così il Casone: abitazione dei Capovalle, dei barcaioli e dei Vallesani (personale addetto alla valle), il Casonato, magazzino per gli attrezzi da pesca e la Cavana, l'edificio per il ricovero delle barche. I cacciatori invece usavano un gruppo di fabbricati comprendenti il Casone di caccia, abitazione del guardia caccia a gli alloggi dei cacciatori e per gli uomini di servizio, il Casonato e la Cavana. Il più delle volte, data la precarietà dei terreno di barena, questi fabbricati venivano costruiti su rilevati artificiali dette "motte". I leggeri e precari casoni costruiti con fango, paglia e arelle, nelle valli più importanti e produttive, furono sostituiti da edifici in muratura anche a due piani con solaio in legno e copertura di coppi e, a seconda dell'importanza e della permanenza dell'attività produttiva, su alcune motte, a chiusura delle valli, furono costruiti edifici sempre più complessi con diverse caratteristiche tipologico-formali e strutturali in relazione alle funzioni.

E' molto difficile trovare notizie scritte riguardanti i casoni vallivi per cui spesso ci si deve affidare a chi vi ha abitato o lavorato. Il Cason delle Sacche (il nome sembra derivare dal fatto che questo Casone è costruito su una sacca che arriva sino alle campagne, è infatti una vera e propria testa di ponte da terra verso valle), non fa eccezione, anche se alcuni cenni ci sono stati forniti da un gagliardo signore classe 1903. E' noto che il Casone a quei tempi serviva soprattutto da rifugio per i ricchi cacciatori provenienti molto spesso da Padova. Questi arrivavano la sera, dormivano e mangiavano nel Casone e al mattino presto venivano accompagnati dal guardiano a caccia, dopo aver avvistato i branchi di uccelli dalla torretta. Poiché caccia e pesca erano riservate i cacciatori firmavano un contratto con l'amministrazione e potevano cacciare a pagamento, sempre accompagnati dal guardiano il quale doveva controllare che non oltrepassassero i confini con la campagna dove la caccia era proibita. Per quanto riguarda la pesca, frequenti erano i pescatori abusivi provenienti soprattutto da Sottomarina e Chioggia. Il degrado dei casoni vallivi è proceduto di pari passo con il degrado della valle, abbandonata e dimenticata anche dagli abitanti delle zone circostanti. Si sente quindi la necessità di un recupero della valle e dei suoi beni architettonici che tanto peso hanno avuto nel nostro passato.

L'Amministrazione comunale ha quindi iniziato un'importante opera di valorizzazione e di recupero della Valle Millecampi.